Se questo è l’inferno…

13/08/2016 Bundesliga |  Autore: Sergio Sorce

“Welcome to the hell” recita il progetto di ristrutturazione del tunnel che conduce al campo ma questo pomeriggio al Millerntor non è stato affatto un inferno per l’Eintracht Braunschweig.

Il pagellone

Himmelmann: se le pappine non diventano tre lo si deve ai suoi tentacoli. Inizia col solletico di Ofosu-Ayeh di testa e finisce con la prodezza su Schönfeld . Voto 6,5: polipo

Hedenstad: ha buoni pezzi nel repertorio ma non riesce a farceli ascoltare. Kalla in questo non lo aiuta, Choi men che meno. Picault è l’unico sintonizzato sulle sue frequenze. Voto 6: vorrei ma non posso

Sobiech: esce per un duro colpo alla testa dopo dieci minuti e considerando che non molla mai dev’essere stata proprio una gran botta. s.v.
(dal 10° Hornschuh: entra a freddo e nega il gol a Kumbeta con un gambone benedetto. Poi si fa fregare da un lancio chilometrico di Ofosu-Ayeh e Kumbeta si vendica. Voto 5: pesce

Gonther: in assoluta solitudine inciampa sul pallone spianando la strada a Biada che s’invola e ringrazia. Uno scivolone che nel calcio saponato farebbe anche ridere. Peccato che la caduta fantozziana ci traghetti verso la sconfitta. Voto 4,5: Caronte

Buballa: preso in mezzo tra Ofosu-Ayeh e Omladic finisce per non capirci niente. Spaesato come Messner a un aperitivo al Papete Beach. Voto 5,5: disagio

Buchtmann: con Rzatkowski era un’altra storia. Non regge il peso di tutte queste responsabilità. Per ora. Voto 5: spalle strette

Nehrig: il giorno in cui toglierà il piede in un contrasto gli americani apriranno le porte dell’Area 51.  Il suo lo fa. E cioè arginare le avanzate avversarie. Che poi non basti a portare a casa il risultato è un altro discorso. Voto 6: baluardo

Sobota: meno propositivo del solito. Ritardo di condizione o dettami tattici? Sta di fatto che le cose migliori le fa quando si accentra. Peccato che l’abbiamo visto esprimersi al meglio quando punta il fondo sulla fascia. Voto 5,5: ibrido
(dal 68° Ducksch s.v.)

Kalla: impalpabile è un eufemismo. La giocata migliore è un filtrante alto per Picault in leggero fuorigioco. Voto 5: spettatore non pagante
(dal 54° Choi: non ha mezze misure. O è l’uomo in più che spacca la partita o l’imbucato alla festa che cerca di non farsi notare. Oggi la seconda. Ma la festa la fa il Braunschweig. Voto 5,5: nascondino

Bouhaddouz: Sobota lo innesca in area ma dopo un bel controllo si fa chiudere. E’ una dei rarissimi spunti di una partita passata a sgomitare con poco costrutto. Preoccupante perché dovrebbe riuscire a far reparto anche quando da dietro arriva poco o niente. Voto 5,5: passo indietro

Picault: o ci rendiamo conto di avere a disposizione una fatality o qualcun altro si accorgerà della sua velocità e allora sarà troppo tardi per i rimpianti. Voto 6,5: Sonic

Lienen: facile parlare “col senno di poi” ma Empen e i suoi vent’anni hanno fatto bene la passata stagione quindi perché gettare nella mischia Hornschuh da centrale? Non è un cocchiere abituato a frustare i suoi puledri, più facile che scenda dalla sella per spronarli. Voto 5: crisi

St. Pauli-Braunschweig 0-2

Tabellino

St. Pauli – E. Braunschweig 0-2

FC St. Pauli

Himmelmann – Hedenstad, Sobiech (10° Hornschuh), Gonther, Buballa – Kalla (54° Choi), Nehrig, Buchtmann, Sobota (68° Ducksch) – Picault, Bouhaddouz
A disp. Heerwagen, Avevor, Empen, Dudziak
Allenatore: Ewald Lienen

Eintracht Braunschweig

Fejzic – Ofuso-Ayeh, Baffo, Valsvik, Reichel – Omladic (76° Boland), Moll, Schönfeld, Khelifi (85° Hochscheidt) – Biada (58° Hernandez), Kumbela
A disp. Engelhardt, Zuck, Edemi, Kijewski
Allenatore: Torsten Lieberknecht

Marcatori: 0:1 Kumbela (40°), 0:2 Biada (67°)
Ammoniti:  Buballa / Baffo, Omladic
Arbitro: Bastian Dankert
Stadio: Millerntor
Spettatori: 29.546

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