St. Pauli-Lipsia. Cronaca di una impresa

14/02/2016 Bundesliga |  Autore: Sergio Sorce

Segnatevi il 12 febbraio 2016 come la data in cui il St. Pauli ha dato un altro schiaffo al calcio moderno, anzi un dritto e un rovescio alla Bud Spencer se preferite. Nella notte in cui tutto è sembrato possibile c’erano i buoni con un messaggio sulla maglia al posto dello sponsor e i cattivi che lo sponsor l’hanno messo pure nel logo.

Kein fussball den faschisten 300x200 RB Leipzig 300x200

 

 

 

 

 

 

 

A sinistra Thomas Meggle (bandiera del St. Pauli e oggi ds) e mister Lienen con lo slogan “Nessun calcio ai fascisti” e a destra il logo imposto dalla Red Bull al Lipisa col la sigla RB inserita attraverso un escamotage

Il primo schiaffo di questa stagione lo avevamo dato all’andata ma il Lipsia era in rodaggio e la partenza del St. Pauli sembrava solo un fuoco di paglia, adesso i tori rossi sono arrivati al Millerntor da capolista dopo sei vittorie consecutive. C’eravamo lasciati con la consapevolezza che questo non sarebbe bastato a farci paura perché da queste parti hanno ben chiaro quale sia il concetto di resistenza e lo spirito messo in campo dalla squadra l’ha dimostrato.

Gli undici pirati che sfilano sulle note di Hell’s Bells sono gli stessi vittoriosi a Fürth mentre dall’altra parte Rangnick preferisce lasciar fuori il costoso gioiellino Davie Selke, arrivato in estate dal Werder Brema per 8 milioni di euro. Non è solo lui lo spauracchio del Lipsia che ha in Kaiser, Poulsen e Forsberg un tridente che ha poco a che fare con questa categoria e una difesa bucata solo 18 volte in 20 partite.

L’inizio del match è furioso ed elettrico, fatto di continui capovolgimenti e ritmi alti. Dura poco però, solo otto minuti, giusto il tempo di un tiro velenoso di Sabitzer e di una ripartenza che scrive una pagina importante di questo campionato.

Minuto 8: Rzatkowski raccoglie un intercetto di Sobiech e scarica su Alushi, il centrocampista allarga per Thy che cambia tutto sulla sinistra a Buchtmann. La difesa del Lipsia indietreggia e non sembrano esserci pericoli ma Buballa spacca la partita accompagnando la discesa di Buchtmann che lo serve in profondità. Il terzino raccoglie l’invito e serve un pallone arretrato per Rzatkowski che, avendo il dono dell’ubiquità, inizia e finisce l’azione con un box to box che vale l’1-0! E’ un tiro mancino, una miccia che accende il Millenrtor come una bomba e mette fine al prologo del match.

St.Pauli-Lipsia 1-0 b

Lo svolgimento è tutto appannaggio del Lipsia che si riversa nella metà campo braunweiss costringendo i pirati agli straordinari. Il copione si ripete ma è sempre pericoloso: Sabitzer non dà punti di riferimento favorendo gli inserimenti di Forsberg e Kaiser che, in perfetta sincronia, si muovono con l’unica punta Poulsen. Il risultato è una melodia che la Sud prova a soffocare con fischi carichi di paura.

Hornschuh-Sobiech-Ziereis-Buballa compongono una linea maginot difficile da perforare ma devono pescare da risorse che qualche mese fa sembravano recondite. Buballa al 16° è straordinario nell’anticipare Kaiser di quel mezzo secondo che fa la differenza tra il rigore e l’intervento prodigioso, mentre Himmelmann, bloccato un facile colpo di testa di Ilsanker, al 20° infila la tuta da super eroe negando il gol a Orban con una parata di piedi sulla linea stilisticamente poco ortodossa ma scaccia guai.

Gli assalti rimbalzano da destra a sinistra e al 24° corriamo il pericolo più grosso con Kaiser che schiaccia troppo un invito di Klostermann, Sobiech respinge sui piedi di Sabitzer il cui tiro diventa un involontario assist per Forsberg che in spaccata non trova il gol per una questione di centimetri.

E’ affanno puro con Thy che sportella davanti senza riuscire a far salire la squadra. E’ una gara preparata con dieci uomini dietro la linea della palla, ovvio, ma il gol-lampo manda su tutte le furie il Lipsia che carica a testa bassa. In uno dei rari alleggerimenti sfioriamo il raddoppio su calcio d’angolo col solito Sobiech ma è una parentesi all’interno di un testo che porta internamente la firma della capolista.

Sobota e Buchtmann, continuamente impegnati nei raddoppi, mancano di sostegno a Thy che trova in Rzatkowski il miglior interlocutore per dialoghi vivaci ma puntualmente ammutoliti negli ultimi 25 metri.

Al 38° doppio rischio e doppio sospiro di sollievo: Forsberg suggerisce centralmente per Kaiser, il suo velo manda in tilt Ziereis e Buballa e offre a Poulsen la palla buona per il pareggio. Himmelmann sfiora sopra la traversa e sul susseguente angolo si supera sul colpo di testa di Sabitzer.

Basta così? Almeno per il primo tempo sì.

Non ci sono cambi dopo il tè caldo, il motore del Lipsia nonostante lo svantaggio ha i giri giusti e per i pirati non è ancora il momento di forze fresche. Anzi, la ripresa si apre con il colpo di testa a fil di palo di Thy, seppur fortunoso, su cross di Rzatkowski e la bella torsione di Ziereis, sempre più in crescita. Non sono episodi sporadici ma il segno che la capolista ha il fiato corto avendo speso moltissimo nel primo tempo.

Il baricentro sanktpauliano si alza e al 60° sotto gli occhi della Sud la zuccata di Nehrig è leggermente deviata da Thy e chiama al miracolo Gulacsi. Sulla respinta Alushi arriva come un treno ma la mira è sballata.

Superato lo spavento Rangnick decide di averne viste abbastanza e al 61° toglie Demme per Bruno, enormemente più portato alla fase offensiva, e scongela Selke rilevando Kaiser. Le bocche da fuoco sono tutte in campo pronte a infiammare la partita e l’effetto si vede subito.

Un minuto più tardi il sinistro di Forsberg è forte e angolato ma trova la presa sicura di Himmelmann. Lo scalmanato numero 10 ci riprova un minuto più tardi ma arriva stanco al momento del tiro e schiaccia male da ottima posizione.

La pressione culmina con Poulsen che al volo di destro incrocia abbondantemente fuori dalla nostra porta.

Intanto la regia pesca Kalla in mezzo al pubblico soffrire per i compagni con outfit street, figlio sulle ginocchia e bicchiere in mano (mi piace pensare fosse una birra ma sarà stato un caffè bollente). L’aria che si respira da queste parti porta ad abbandonare qualsiasi divismo.

Superata la mezz’ora le squadre sono lunghe, ritmi ed intensità scendono eppure si assiste a un finale pazzesco in cui il risultato può cambiare ogni volta che le squadre superano la metà campo.

Ad avvicinarsi di più al gol però sono i braunweiss con Nehrig che al 76° raccoglie una sponda di Sobiech e stampa un bolide sulla traversa. E’ un ruggito che impaurisce il Lipsia, capace di un ultimo attacco sprecato da Bruno.

L’occasione mancata suona come una resa e l’affanno del Lipsia lascia il campo a un finale tutto nostro. Lienen butta dentro la velocità di Dudziak e Fafà Picault per sfruttare le voragini in campo. All’85° Picault sfonda sulla destra, appoggia per Dudziak che con un velo libera il destro di Thy stoppato in angolo.

Due minuti più tardi Picault si avventa su un brutto retropassaggio di Compper e salta Gulacsi, la porta è vuota ma perde il tempo col sinistro e quando se l’aggiusta col destro trova il palo a strozzargli in gola la gioia del gol.

E’ l’ultima emozione prima del triplice fischio che sembra non arrivare mai e quando i giocatori in campo si abbracciano il mio pensiero va a quando da piccolo mi ammalavo e veniva mia nonna per curarmi. Prendeva la corriera, perché non lo chiamava pullman, mi cucinava la patate bruciacchiate al punto giusto e guardavamo ‘Il pranzo è servito’ di Corrado con la réclame anni ottanta, perché non la chiamava pubblicità. Per me era come essere in vacanza come le estati che trascorrevo da lei in campagna.

Oggi mia nonna non c’è più, le patate me le cucino da solo, non sono mai bruciacchiate al punto giusto ma nel frattempo ho scoperto una squadra che ogni settimana mi riporta al sapore primitivo che mi fece innamorare di questo gioco. Una squadra che della réclame fa un uso tutto particolare, che non fa distinzione tra gli sponsor e le iniziative sociali degli ultras, con l’allenatore che indossa la felpa del Fanladen e si agita come un tifoso che ha finito la birra nel piazzale un quarto d’ora prima del fischio d’inizio.

St.Pauli-Lipsia 1-0

Il pagellone

Himmelmann: d’istinto su Orban, esplosivo su Sabitzer e di forza su Forsberg. Sembra abbia un mazzo di chiavi infinito per chiudere la porta. La settimana scorsa a Fürth ha fatto qualcosa di inspiegabile. Voto 8,5: metafisico

Hornschuh: di sgroppate in avanti a sto giro non se ne parla perché Forsberg è un cliente scomodo come il volante di una Mini Cooper tra le mani di un cestista. Gli scappa in un paio di occasioni che potrebbero essere fatali ma annullarlo è pressoché impossibile. La missione è limitarlo e in fin dei conti se non segna è anche merito suo. In una serata di festa non si può non assolverlo. Voto 6,5: alta tensione

Sobiech: gli incroci di Poulsen e Sabitzer porterebbero chiunque allo strabismo ma lui non va mai fuori fuoco, nonostante nel climax massimo del Lipsia sia andato un po’ in affanno. Comprensibile, gli arrivano da tutte le parti. Sfiora il gol di testa, suo marchio di fabbrica. Voto 7: io che non vivo più di un’ora senza te

Ziereis: se dovessimo riscrivere la crescita di questo ragazzo non basterebbe un papiro intero. Si concede anche il lusso di rendersi pericoloso sulle palle inattive come il suo vate Sobiech, con cui l’intesa ormai è a livello di sguardi. Voto 7: sesto senso

Buballa: marcare Kaiser è come afferrare una pallina matta bendato. Gli concede poco, tanto che dopo un’ora Rangnick gli preferisce Bruno. Buballa non fa una piega, anzi è lui a mettere le fondamenta del successo con l’assist a Rzatkowski dopo settanta metri di corsa. Voto 7,5: Varenne

Nehrig: stavolta deve guardare le spalle a Rzatkowski, l’unico in grado di saltare l’uomo in mezzo al campo, e ad Alushi, impegnato nel compito di raccordo con Thy: due al prezzo di uno. Non fa sconti nonostante il periodo di saldi e sfida le onde gravitazionali con un destro che per poco non modifica lo spazio e il tempo del match. Voto 7,5: rivelazione
(90°+1 Eden s.v.)

Rzatkowski: a venti dalla fine ha la forza di sradicare un pallone nella nostra trequarti e andare in solitaria in quella avversaria per far rifiatare i suoi. Prima ha segnato il gol che sta decidendo la partita, ha rastrellato palloni in giro per il campo e si è proposto ogni volta che ce ne fosse l’occasione. Voto 8,5: alieno

Alushi: finto trequartista, ha in realtà il compito di essere il primo a disturbare la costruzione avversaria. Moto perpetuo a ostacolare il fulcro di gioco del Lipsia. Finché ne ha, ovvio, perché cala comprensibilmente alla distanza. Voto 6,5: una vita da mediano
(dal 78° Dudziak: non è facile entrare in partita subito in un match del genere ma lui lo fa col piglio giusto e la qualità necessaria. Si dice che squadra che vince non si cambia ma lui meriterebbe più spazio. Speriamo che la panchina non lo scoraggi. Voto 6,5: please don’t go)

Sobota: non c’è libertà d’azione in fase offensiva perché il possesso è quasi sempre della capolista. Le ripartenze sono il suo forte e infatti quando recupera il pallone capovolge l’azione in un attimo. Prende falli e li fa, perché non è serata per fare complimenti. Voto 6,5: levriero
(dal 84° Picault: una discesa pericolosa e un palo caparbio. Fa più in questi sei minuti che in tutti gli spezzoni giocati fin qui. Negli spazi larghi gode come sommelier a Vinitaly. Deve solo imparare a dosare la sua velocità. Voto 6,5: turbo)

Buchtmann: si sacrifica tanto perché i palloni preferisce giocarli piuttosto che recuperarli. Decisivo nell’azione del gol con quella corsa ad aprire il campo. Gode dell’inesauribile spinta di Buballa e allo stesso tempo lo aiuta contro quel matto di Kaiser. Voto 7: sudore

Thy: il suo spirito si riassume in tre parole: sudare la maglia. Novanta minuti di sbattimento spesso da solo a procurarsi buone occasioni dove altri vedrebbero solo miraggi. Ci crede sempre e per questo l’appuntamento col gol è solo rimandato. Voto 7: commovente

Lienen: eh sì, la pagella stavolta la merita soprattutto lui. Condottiero di una nave che non sappiamo dove possa approdare ma che ci fa sognare oltre ogni limite, non costa niente. Vorremmo tanto che diventasse il nostro Alex Ferguson. Per noi è già Sir anche se il titolo di baronetto non lo accetterebbe mai. E’ di tutt’altra pasta. Voto 9: working class

St.Pauli-Lipsia 1-0 c

II tabellino

St. Pauli – Lipsia 1-0

FC St. Pauli

Himmelmann – Hornschuh, Sobiech, Ziereis, Buballa – Nehrig (90°+1 Eden), Alushi (78° Dudziak) – Sobota (84° Picault), Buchtmann, Rzatkowski – Thy
A disp. Heerwagen Keller Choi Verhoek
Allenatore: Ewald Lienen

Leipzig

Gulacsi – Klostermann, Orban (81° Quaschner), Compper, Jung – Ilsanker, Demme (61° Bruno)– Forsberg, Sabitzer, Kaiser (61° Selke) – Poulsen
A disp. Bellot Nukan Teigl Khedira
Allenatore: Ralf Rangnick

marcatore: 1:0 Rzatkowski (8°)
ammoniti: Buchtmann / Ilsanker, Sabitzer
arbitro: Tobias Welz
stadio: Millerntor
spettatori: 29.546

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